Sono le 7.30 di un lunedì mattina e sto accompagnando la mia piccola a scuola. Approfittando della possibilità datami dal Car Sharing, -servizio che con qualche difficoltà ed a costi non proprio economici utilizzo da un paio di mesi- percorro viale della libertà in controsenso, sulla corsia preferienzale. Sono in anticipo, ho il tempo per fare una deviazione, vado alla SERIT per il pre-turno. Giusto il tempo per segnare il mio nome su un foglio di carta. Risalendo in macchina mia figlia di 11 anni chiede dove siamo e cosa ho fatto… Cerco di rispondere con semplicità ma non riesco a nascondere il disappunto: “questo è un ufficio dove si pagano le tasse, siccome c’è tanta gente che deve pagare, le persone vengono alle 5 di mattina per segnare il nome su un foglio di carta che servirà poi, all’apertura, a prendere il turno vero. Pensa che sono le sette e quaranta ed io sono il centoquattresimo!” Credo abbia rinunciato a capire… io non insisto più di tanto…
C’è una persona stesa a terra, in un primo momento penso a scene già viste in situazioni analoghe, liti, svenimenti plateali… poi vedo una donna che tenta un massaggio cardiaco… l’uomo è privo di sensi, peggio, non respira proprio... la gente si guarda intorno spaesata mentre la signora continua disperatamente a provare, anche lei guarda in giro e ripete, come molti altri, “ma quando arriva?” si riferisce all’ambulanza. La guardia giurata di servizio all’esattoria, con il telefonino in una mano e la ricetrasmittente nell’altra, dice che ha già chiamato… i minuti passano, finalmente, alle 8.30 arriva un’ambulanza. Ne arriverà un’altra subito dopo ma ormai è troppo tardi… Proveranno per un quarto d’ora a rianimarlo ma non c’è più nulla da fare.
Mentre altri continuano ad accalcarsi al portone noi continuiamo a guardarci in faccia dicendo che è assurdo morire così…
Mi chiedo: se fossimo stati in una città civile, con servizi civili, quest’uomo sarebbe morto? a che ora si sarà alzato? da che ora sarà qui per prendere il turno?…
NO, IN UN PAESE CIVILE QUEST’UOMO NON SAREBBE MORTO! Almeno non qui, non ora… in una città civile di una nazione civile sarebbe venuto in orario di apertura, avrebbe preso il turno ed avrebbe atteso 30-40 minuti al massimo…
Alle 9.15 sono già a casa, ho perso il turno, dovrò ritornarci un altro giorno… speriamo bene…
CJ
> Foto scattate tra le 8.23 e le 8.48
AGGIORNAMENTO 19/01/2010
Ecco parte del mio post a commento dell’articolo Muore, ma la fila continua su LiveSicilia:
“[…] Purtroppo le foto e il video non sono molto chiare, il mio pudore non mi permetteva di riprendere sfacciatamente. Non sapevo neanch’io se riprendere o meno, non sapevo nemmeno perchè lo facevo… Ora lo so, quello che vorrei adesso è uno scatto d’orgoglio da cittadini vessati e indignati. Magari anche dai familiari. […] adesso vorremmo delle risposte dalla Serit (ma non solo)